lunedì 31 ottobre 2011

A scuola di polizia con la carica dei 201 ‘agenti’ a quattro zampe

Nella scuola cinofili della Polizia di Stato a Nettuno Pastori tedeschi, Labrador, Malinois, Border Collie, Jack Russel e qualche meticcio imparano, giocando, a diventare 'agenti anticrimine'  - Roma, 30 ott. (Ign)

Vanno allo stadio, lavorano in aeroporto, si calano dagli elicotteri, sniffano la droga a metri di distanza, fiutano il pericolo e sono pronti a difenderti fino alla morte. Sono i 201 poliziotti a quattro zampe addestrati al Centro coordinamento cinofili della Polizia di Stato di Nettuno. Nell’immensa tenuta a sud della Capitale, dove passano tutti i cani poliziotto d'Italia, tra corse, salti e palline colorate la squadra dei cani ‘in divisa’ si prepara ogni giorno a entrare in azione. Quattro - più la sezione speciale dei Nocs per l’antiterrorismo – i settori in cui vengono impiegati: l’ordine pubblico, l’antidroga, l’antiesplosivo e ricerca e soccorso. Ma non tutti i cani possono diventare dei buoni poliziotti.

“A seconda del lavoro che dovranno svolgere – spiega a Ign il dirigente del centro Mario Cardea – i cani devono avere determinate caratteristiche, innanzi tutto la possessività e la voglia di giocare. Entrambi requisiti fondamentali da sfruttare in allenamento”. Ma anche il carattere dell’animale gioca un ruolo fondamentale nella scelta del compito che gli verrà assegnato. L’‘agente’ da ordine pubblico, il famoso Rex del serial tv, è un cane multiruolo: lo possiamo incontrare negli stadi, è impiegato nella ricerca dei latitanti ma è anche preparato agli attacchi e a difendere il proprio conduttore. “Per far questo – dice Cardea - serve un cane forte, con una tempra tale che gli consenta di sopportare fatica e dolore, non deve avere paura degli spari ma allo stesso tempo non deve essere troppo impavido altrimenti rischia di sopraffare il conduttore e non eseguire gli ordini”.

Diverse le caratteristiche richieste ai cani dell’antidroga e della ricerca e soccorso. “La giocosità e la reattività sono il loro requisito fondamentale – chiarisce l’addestratore -. Se un cane è apatico non potrà mai essere un buon ‘cercatore’”. L’addestramento dei cani antidroga così come di quelli impiegati in ricerca e soccorso, si basa infatti tutta sul gioco seguito da una ricompensa che consiste in una pallina legata a un laccio data in premio al cane che ha fatto bene il suo lavoro. Lavoro che nel caso dell’antidroga consiste nell’individuare le sostanze stupefacenti nascoste all’interno di diversi contenitori. “Sfatiamo la legenda metropolitana assolutamente falsa che vuole i cani antidroga drogati – afferma perentorio Cardea – I cani cercano gli stupefacenti perché noi gli insegniamo ad associare l’odore di un quantitativo anche minimo di droga alla ricompensa del gioco. Grazie a un olfatto potentissimo – spiega l’istruttore – il cane riesce a individuare 225 milioni di particelle olfattive (contro il 15-20 milioni dell’uomo) e a fare una vera e propria analisi chimica delle sostanze riuscendo a rintracciare la droga anche in contenitori chiusi ermeticamente, mischiati ad altre sostanze odorose e persino nell’acqua”. L’olfatto è l’arma segreta anche dei cani da ricerca e soccorso. Il loro allenamento è una sorta di ‘nascondino’ fatto in spazi aperti, seguito sempre da ricompensa. “La peculiarità di questi cani sta nell’essere in grado di annusare le particelle che restano sospese in aria. L’animale non segue la traccia della persona – spiega Cardia – ma il movimento della terra: percepisce l’odore di un filo d’erba appena spezzato, del terreno smosso, di un insetto schiacciato e riesce a ricostruire un percorso”.

I cani antiesplosivo invece devono essere voraci. E’ la loro passione per il cibo, usato come ricompensa durante gli allenamenti, a renderli dei ‘cercatori’ provetti. “Noi usiamo 20 gamme di sostanze odorose – spiega Caldera – mischiamo i composti chimici ad alcuni alimenti e quando i cani rintracciano l’esplosivo gli diamo in cambio un croccantino speciale di cui sono ghiotti”.
Nelle loro ‘villette a schiera’di 20 metri quadri con acqua corrente e uno spazio aperto dove accoccolarsi al sole, Pastori tedeschi, Labrador, Malinois, Border Collie ma anche i piccoli Jack Russel e qualche ‘trovatello’ senza pedigree, aspettano che il loro ‘collega’ umano passi a prenderli per allenarsi insieme. “Il rapporto tra cane e conduttore – spiega Caldea – deve essere simbiotico. Alla base di un buon lavoro c’è infatti proprio il legame di fiducia e affetto che si instaura tra cane e uomo. Per questo, a ogni animale è abbinato sempre un unico conduttore che spesso, quando arriva il momento del congedo, si porta il cane a casa”.

Quanto alle razze “non c’è una pregiudiziale – spiegano alla Scuola dei cinofili - , ma è certo che l’animale deve avere determinate caratteristiche che, per la maggior parte si rintracciano nei Pastori tedeschi. Anche i Labrador tuttavia, con la loro voracità, sono molto adatti al servizio anti esplosivo così come i Jack Russel che sono piccoli e per questo riescono a infilarsi nei Tir per esempio, per fare i controlli”. Ma anche i meticci in alcuni casi ‘vestono la divisa’. Così come è successo a Pedro, cagnone biondo di taglia medio-grande che era finito al canile della Muratella di Roma. Ma da qui, dopo essere stato adottato all’età di tre anni da uno dei conduttori del servizio cinofilo, ha dimostrato di avere tutte le doti necessarie per diventre un perfetto cane antidroga.

(articolo apparso su http://www.adnkronos.com)

venerdì 15 luglio 2011

Pastore tedesco della Polizia canadese trova un bambino disperso

Il pastore tedesco Zak, in Canada, ha ritrovato un bambino di cui si erano perse le tracce e oramai si pensava al peggio.
Una famiglia di Vancouver era andata a trovare alcuni amici in campagna, a Kamloops in Canada, con i due bambini di 4 anni e di 21 mesi, appena arrivati erano rimasti in giardino a giocare.
Ma il più piccolo dei due, Seb,  è uscito dal cancello e si è allontanato mentre il fratello, Roy, era sull’altalena che, non vedendo il fratellino, è corso a chiamare i genitori.
Una squadra della Polizia federale, di cui fa parte anche il pastore tedesco Zak, si è recata sul posto e il cane si è dato subito da fare a cercare il piccolo. Presa la via del bosco insieme al suo istruttore, il sergente Grant Learned.
Il bambino giaceva addormentato su un mucchio di foglie, ad un centinaio di metri dalla casa degli amici e Zak l’ha trovato nel giro di cinque minuti.
“Doveva essere stanco e spaventato, si è accucciato su qualcosa di morbido e si è messo a dormire. – Grant continua parlando di Zal - Zak è un cane incredibile. Il suo training è finito sei mesi fa ed è già uno dei nostri migliori cercatori. Ama il suo lavoro e ha un fiuto infallibile. Quando ha trovato il piccolo ha cominciato a leccarlo immediatamente in faccia, sia per riscaldarlo che per farlo riprendere, nel caso fosse svenuto”.
Learned ha aggiunto che il piccolo Seb ha reagito abbastanza bene alla vista del cane: non appena ha aperto gli occhi ha emesso un gridolino, forse di paura o di sorpresa, ma poi lo ha abbracciato.
Una storia con il lieto fine che motiva tutti i volontari a fare enormi sacrifici nell'addestramento.


Fonte: Kamloops News

lunedì 13 giugno 2011

Convincere o costringere? - di Alexa Capra

Lascia...
Volete insegnare al cane a tornare al richiamo.
A sedersi a comando.
A camminare al guinzaglio senza tirare.
A non rincorrere il gatto…

Avete due alternative:
convincerlo o costringerlo?


Per costringere un cane a fare qualcosa bastano un collare, un guinzaglio e un po’ di muscoli. Per convincerlo serve tempo e cervello. E’ più facile quindi scegliere la prima alternativa. Anche chi addestra cani, per lavoro o per diletto, prima o poi si trova inevitabilmente allo stesso bivio.

Le scuole di pensiero sono divise: c’è chi rifiuta ogni forma di coercizione. Le tecniche “dolci” fanno leva sulla motivazione, sulla collaborazione e soprattutto sulla perfetta comprensione del comportamento e dei meccanismi di apprendimento.
E’ la scuola “gentile”.

Chi preferisce i sistemi tradizionali, sfrutta le esperienze del passato nell’addestramento dei cani da utilità, la manipolazione fisica, la
dominanza, l’apprendimento in condizioni di stress.
E’ la scuola dei “duri”.

C’è anche chi si trova in una posizione intermedia: rifiuta la coercizione, e strumenti come il collare elettrico e il collare a punte, ma fa largo uso di metodi tradizionali, come lo strattone con il collare a strangolo nella condotta e nel richiamo.
E’ la "via di mezzo".

Non è facile premiare i comportamenti graditi. E’ più naturale vedere e correggere i comportamenti sgraditi. Sgridare il cane quando “sbaglia”. In questo modo non si risolvono i problemi: a volte si peggiorano! Cercare di strappare un oggetto di bocca al cane aumenta la possessività e la competizione: il cane impara a scappare, inghiottire in fretta o stringere le mandibole.

LA SCUOLA GENTILE
La scuola “gentile” è nata circa 20 anni fa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Con la diffusione delle gare di sola obbedienza e più tardi dell’Agility, tutte le razze hanno avuto accesso ai campi di addestramento. Prima erano riservati alle razze da utilità: Pastore Tedesco, Dobermann, Boxer, Rottweiler e così via. Inoltre sono stati ammessi anche i cuccioli.

Questo ha portato a un forte cambiamento nell’approccio all’addestramento. Non si trattava di ottenere dei risultati con qualunque sistema. O di ottenerli in fretta. Si trattava di educare e addestrare il cane di casa, il cucciolo.

Si è cominciato a usare di più i premi. E di meno le punizioni. Finché qualcuno non ha cominciato a credere che per imparare sono più importanti i premi. E molto meno le punizioni.

L’apprendimento passa attraverso diversi stadi: la motivazione, il rinforzo, il condizionamento selettivo.
Il cane è libero di interagire con l’uomo e l’ambiente, e di scegliere la risposta che di volta in volta risulta più vantaggiosa.

La nuova filosofia è: premiare il comportamento gradito, e ignorare il comportamento sgradito. Il cane impara a riconoscere e preferire alcuni comportamenti, e quindi ad associarli a un comando.


LA SCUOLA DEI " DURI "
Anche nei campi di addestramento da utilità, dove gli allievi continuavano ad essere cani di grande taglia, selezionati per le prove di difesa, si cominciava a parlare di motivazione. Il cane non doveva solo eseguire un esercizio, doveva essere (o quantomeno sembrare) contento di eseguirlo.

In gara venivano premiati i più veloci e brillanti. Comparivano le prime palline, i primi bocconcini, le carezze di premio. Queste tecniche, non hanno però mai soppiantato i metodi coercitivi. Si continua a punire il cane perché non esegue l’esercizio richiesto, o non lo esegue nel modo richiesto. Il cane DEVE obbedire.

L’apprendimento passa attraverso due fasi: l’impostazione (spesso breve e non sempre gentile) e la fase di “correzione”: il cane viene punito ogni volta che sbaglia. Viene anche premiato quando esegue nel modo corretto (da qui la vecchia teoria del premio/punizione).

La filosofia tradizionale è: mettere il cane in condizione di non poter fare altro che quello che gli viene richiesto. Punirlo quando sbaglia finché non impara che l’unico modo per evitare la punizione è obbedire.

LA VIA DI MEZZO
Chi adotta la via di mezzo conosce i vantaggi di un approccio gentile. Ma è convinto di non poter ottenere obbedienza senza una prova di forza, una correzione, la sottomissione del cane. Tende quindi a confondere due aspetti ben distinti del rapporto con il cane: l’apprendimento e la gerarchia. La filosofia della via di mezzo è: vanno bene i metodi “gentili” e la motivazione, ma prima o poi è sempre necessario ricorrere alla forza e alla dominanza, ai metodi coercitivi.

L’errore di base della filosofia di mezzo (oggi la più diffusa) è confondere due elementi diversi: l’apprendimento e la gerarchia.
Prendete l’esercizio del seduto. Dal punto di vista tradizionale, significa che quando ordinate “siedi” il cane deve sedersi. Deve obbedire al primo comando, e in qualunque condizione. Giusto? SBAGLIATO.

State guardando l’esercizio dalla parte sbagliata: da quella dell’uomo invece che da quella del cane. Dalla fine invece che dall’inizio. E’ quello che succede con i metodi tradizionali.

giovedì 9 giugno 2011

Mantrailing: condizionamento negativo

Una cosa che purtroppo ho visto spesso anche in altre discipline fuori dal Mantrailing come la ricerca in superficie, è quella di bruciare le tappe e di aver fretta di fare tutto nel minor tempo possibile. Chi ha lavorato nell'addestramento in questo momento sta già sorridendo e forse sta pensando a quel conduttore, o a quell'altro... che hanno fatto passi da gigante all'inizio e poi improvvisamente... il crollo nella crisi più assoluta; chi invece pensa a se stesso sorride un po meno perché sa quanto ci è voluto a ricostruire tutto dall'inizio.

Un errore comune tra i principianti Mantrailer, a causa dell'ambizione di arrivare subito, è di portare il cane in Overstretching (letteralmente tirare troppo o sovraccaricare) non avendo la pazienza di aspettare che il cane maturi le sue competenze con esercizi appropriati.

Quali sono altri gli errori più comuni vengono fatti?
Ve ne dico uno che non è assolutamente da sottovalutare.

Un cane inizialmente deve essere corretto e quindi acquisisce esperienza e impara a lavorare in modo preciso e autonomo perché glielo insegniamo. Ma ecco il punto dove in agguato troviamo il tranello. Facciamo un esercizio e diciamo all'istruttore di non voler sapere dove si trova il figurante, in fondo siamo già molto bravi con il nostro cane. Vi ricordo che io sono del parere che il conduttore non deve mai sapere dove è passato il figurante. Ma allora? Dove sta il problema?
La natura umana è incline all'ingannare e a speculare. Chi di voi non ha mai cercato di vedere il figurante mentre si allontana, scagli la prima pietra! È proprio questo il problema. Se noi abbiamo un indizio o peggio, pensiamo di averlo, inevitabilmente condizioneremo il nostro cane.

Ma chi deve guidare? (forse capirete perché nelle auto di solito troviamo un solo volante)
Quando percorriamo il Trail nel nostro esercizio con un cane di un certo livello, non dovremmo fare altro che seguirlo. Il nostro compito è stargli dietro e gestire il guinzaglio in modo che non tocchi a terra, e nient'altro! Ricordate che è il cane, non voi che deve guidare, voi siete il passeggero e guai a voi se toccate il volante.

Ma si, lo so... alla partenza si è tutti stressati come se fossimo noi a dover annusare; e quì cominciano le paranoie... mentre lavoriamo vediamo che l'istruttore si ferma... allora pensiamo subito che siamo su un falso e condizioniamo il cane con il solo pensiero e atteggiamento, e torniamo indietro, e facciamo fare rotonde di controllo, e stressiamo il nostro povero cane. Mentre lavoriamo pensiamo e speculiamo su dove potrebbe essere andato a nascondersi il figurante... e nella maggior parte dei casi il cane alla fine va dove pensiamo noi e non dove lui sarebbe andato con un conduttore meno complicato dall'altra parte del guinzaglio. Ancora una volta condizioniamo il nostro cane.

Non sottovalutate mai questo aspetto!
Rex, il mio Pastore Tedesco, me lo ha confermato molte volte su come è sensibile rispetto ai miei atteggiamenti. Quando mi alzo dalla poltrona e Rex è sul tappeto nel suo angolino mi ignora quasi completamente, o diciamo che mi guarda con la coda dell'occhio. Ma quando penso: "ora mi alzo e porto fuori il cane a fare i suoi bisogni" ...quando mi alzo fa un balzo in aria e mi gira intorno entusiasta della mia scelta di alzarmi dalla poltrona per andare a spasso. Vi garantisco che non ho ancora capito bene quale indizio io lasci al cane.

Ora vi racconto un mio errore durante un esercizio, che è lo spunto di questo Post... Ci ho messo un mese a elaborare e capire il motivo di un certo comportamento di Rex. E proprio oggi credo da avere la risposta.
Mi trovavo ad un corso intensivo di addestramento di tre giorni per cani di superficie e Mantrailing. Quel giorno c'è stato preparato un esercizio notturno lungo un chilometro e mezzo. Una simulazione reale dove io come conduttore non sapevo nulla fino all'ultimo minuto prima della partenza.

L'esaminatore mi avrebbe chiamato via radio e dato le coordinate su dove trovarmi per ricevere le istruzioni della Polizia (simulate) e l'indumento.

Io ho percepito da una discussione che l'esaminatore faceva nel pomeriggio con i figuranti che per un po li avrebbe seguiti in macchina, non volevo sentire... ma ho sentito.

Inizia l'esercizio:
Quando inizia l'esercizio mi trovo sul posto e Rex mi fa una partenza molto buona e mi da una forte garanzia che è sulla pista giusta,  proprio sulla strada asfaltata. Ad un certo punto lascia la strada si infila in ciò che a me sembrava una piazzetta. Fra me ho pensato... (ECCO L'ERRORE, NON DOVEVO PENSARE) ...ho pensato che se l'esaminatore seguiva i figuranti con l'auto era improbabile che fossero andati di li, Rex poi mi alza la testa gira da solo (da solo ero convinto io) e torna indietro continuando sulla strada. Io fra me e me ho pensato che Rex mi stava confermando ciò che era logico.
Ma poi dopo una cinquantina di metri sulla strada sono cominciate le difficoltà, negativi a destra, negativi a sinistra, negativi diritti... Ho lavorato per circa 40 minuti per poi piano piano tornare su quella fatidica piazzetta dove Rex mi ha riportato. Non era una piazzetta il buio della notte mi ha ingannato, ma era una stradina dove l'istruttore poteva benissimo seguire i figuranti stando in auto.

Grande Rex, ha lavorato molto bene, nonostante il mio condizionamento poi ha preso la pista giusta  ma quei 40 minuti nei falsi di notte li abbiamo pagati in resistenza avendo bruciato le energie. Tutta colpa mia... e Rex non me l'ha nemmeno fatta pesare. Il più che mi dispiace è che io ho fatto cena ma Rex non ha ricevuto compenso per il suo ottimo lavoro. Sarebbe dovuto essere il contrario.

State attenti a non condizionare il cane, altrimenti gli esercizi saranno sempre più lontani da quella che è la realtà di una ricerca reale.

Alcune cose che potrebbero condizionare il cane di Mantrailing
- Osservare il comportamento di chi ci segue per capire se è giusto o no il lavoro
- Speculare su come potrebbe essere preparato l'esercizio
- Cercare di osservare il figurante mentre va a nascondersi
- Concludere che il cane è attratto da altro...

il resto ditemelo voi...

giovedì 2 giugno 2011

Guardami! - di Alexa Capra

Rex guardami!
Il “guardami” è una delle strategie più comuni a diversi problemi con il cane: prendete un bocconcino, richiamate l’attenzione del cane, e premiatelo quando vi guarda. Si usa per aumentare l’attenzione del cane nell’addestramento all’obbedienza; si usa per aumentare l’attenzione del cucciolo verso il proprietario nei corsi per cuccioli; si usa per gestire comportamenti problematici, distogliendo l’attenzione del cane da ciò che lo spaventa o scatena le sue ire. E’ semplice, è “gentile”, ma è realmente efficace? Quali effetti ha sul comportamento del cane?


A me gli occhi!
Guardo i grandi occhi tondi, le pupille dilatate del cocker fulvo, mi sta fissando. Mi fissa negli occhi. Houston... abbiamo un problema, mi sussurra la vocina dentro la testa. Controllo il respiro, e continuo a lavorare. Il cane sembra rilassarsi. Però continua a fissarmi. Dopo alcuni minuti, ho una illuminazione “Hai insegnato al tuo cane a guardarti negli occhi?” “Sì, mi hanno spiegato che così aumento la sua attenzione verso di me”
“Oh...” “Perché, non va bene?” “Non saprei, io preferisco non rinforzare mai con il cibo i comportamenti sociali”. Voglio sapere se un cane mi sta fissando perché è minaccioso, senza chiedermi se fissare negli occhi gli è stato insegnato a forza di click e bocconcini. Lo sguardo svolge ha una importanza fondamentale nella comunicazione sociale, ed è importante che mantenga la funzione e il significato di comunicazione sociale.
Avere attenzione dal proprio cane non si misura in quante volte o per quanto tempo il cane ci guarda in viso, ma in quanto è attento alle nostre informazioni, quanto valore da a noi e alle nostre informazioni. Nell’obbedienza sportiva insegno al cane a ascoltare i segnali anche quando non sta guardando il conduttore. Non gli insegno a guardarlo in viso, e non uso cibo per pagare questo comportamento, l’attenzione sociale viene rinforzata attraverso il contatto, la voce, la possibilità di fare qualcosa insieme, di divertirsi.
educazione cane

“Watch me!”
Conferenza internazionale dedicata agli istruttori cinofili, Bruges, 2002. Sono molto curiosa di vedere la dimostrazione pratica di una relatrice che mi è piaciuta molto, Patricia Mc Connel (”All’altro capo del guinzaglio”). E’ sul palco, e viene introdotto in sala un maschio di pastore svizzero bianco. Il cane, ci spiegano, ha problemi di aggressività verso gli altri cani, soprattutto al guinzaglio (sic).
La relatrice americana prende un bocconcino, con voce un po’ stridula dice “watch me!” e non appena il cane la guarda, click e bocconcino. Dopo varie ripetizioni viene introdotto in sala un secondo cane. Il pastore viene distratto con il cibo, e rinforzato quando guarda in viso il proprietario. Applausi.
Ho rivisto varie volte questo tipo di dimostrazioni, forse anni fa ho persino usato questa tecnica, ma oggi non la ritengo molto utile ed efficace. Distogliere l’attenzione del cane con del cibo può aiutare il proprietario a gestire la situazione, ma in che modo aiuta il cane? Secondo la mia esperienza, esiste un forte rischio di indurre uno stato di evitamento: il cane non guarda ciò che lo preoccupa.

Se il lavoro è sistematico, il cane può persino non osare più guardare. Non solo: la capacità del cane di relazionarsi con ciò che lo preoccupa non cambia nel tempo, non migliora. Io voglio che il cane guardi, e voglio vedere la sua reazione. Voglio vedere a che distanza reagisce, come reagisce, se le sue capacità di controllare le proprie emozioni e scegliere altri comportamenti aumenta nel tempo. Non ho fretta, non mi interessa “risolvere” il problema in tre sessioni di lavoro; non ho paura di perdere il controllo del cane, perché uno o mille bocconi non cambieranno la sua capacità di relazionarsi con il suo reale problema. La mia filosofia è usare i comportamenti sgraditi come indicatori della capacità del cane di fare o non fare di meglio, e lavorare non alla manifestazione del problema, ma alle cause e alle competenze del cane.
Una strada che molti troveranno più complessa e impegnativa, ma che nella mia esperienza garantisce migliori risultati, e tutela maggiormente il benessere del cane.


martedì 31 maggio 2011

Cosa è il BackTrail e a cosa serve

A volte un disperso può entrare in una strada laterale, cambiare idea, fermarsi, ritornare sulla strada principale e continuare il suo percorso come se fosse passato diritto. È utile saper seguire una traccia che ritorna su se stessa durante la ricerca di un disperso? Molti sono dell'idea che entrare su una pista che ritorna su se stessa sia una perdita di tempo e ritardi solo il ritrovamento del disperso; questi credono che basti che il cane sappia seguire la traccia più fresca e quindi saltare quel pezzo di tracciato è un vantaggio.

Con il metodo di Gabriella Trautmann che insegnamo in Mantrailing-Europe non la pensiamo così!

Sono d'accordo che saper leggere la traccia più fresca è un vantaggio e ci fa guadagnare molto tempo nella ricerca. In alcuni esercizi tracciamo appositamente delle piste fresche e meno fresche di tre ore per aiutare il cane a distinguere la differenza.
L'esempio che faccio spesso è quello del cercatore di funghi che parte ogni giorno dalla sua cascina in zone diverse; non saper distinguere la traccia più fresca vorrebbe dire percorrere tutte le uscite che la persona ha fatto senza risultato con una notevole perdita di energie e di tempo.

Quando tracciamo le piste per gli esercizi spesso siamo molto precisi, troppo precisi, ma nella realtà il disperso può essere in stato confusionale, inseguito da malviventi o disorientato semplicemente perché ha perso la strada ed è spaventato. Insegnare il cane Il BackTrail può essere di grande utilità in queste situazioni.

Per la polizia che segue un malvivente con un cane molecolare è utile seguire la traccia proprio come è stata percorsa così da permettere la ricostruzione della fuga. Questo può permettere di ritrovare oggetti o indizi che il malvivente aveva con se e ricostruire nei dettagli la fuga. In lina di principio questo ha un senso.

Ma ho anche imparato che il BackTrail (tornare sul sentiero) è molto utile nella ricerca di dispersi per capire dove la persona è andata effettivamente.
Supponiamo che siamo alla ricerca di una persona depressa suicida, una persona con il morbo di Alzheimer, una persona in stato di shock dopo un incidente o semplicemente un bambino che ha perso la sua strada.
Come avranno percorso la loro strada queste persone?
È improbabile che abbiano percorso un tragitto netto dal punto di partenza al punto di arrivo. È più probabile che abbiano girovagato in vie laterali percorrendo avanti e indietro diversi tratti del tracciato. Forse alcuni si sono messi a sedere o hanno dormito dietro qualche cespuglio. Passando da questi punti precisi il cane Mantrailing ci può aiutare a percorrere delle zone importanti con alte probabilità di trovare indizi, per esempio oggetti personali, indumenti fazzoletti, ecc...

Se il cane non ha la competenza del BackTrail può succedere che entando in una di queste vie laterali (dove il disperso è tornato sulle sue tracce) nel punto dove il disperso ha deciso di tornare il cane potrebbe segnalare un negativo al suo conduttore come se il disperso da li non ha più continuato il suo cammino o come se fosse salito su un auto.
Molti conduttori in questa situazione si fermerebbero disorientati senza la capacità di ritornare sulla via principale e non riuscendo più capire la situazione concludono che il cane ha perso la traccia; altri in questa situazione sarebbero tentati di condizionare il cane a continuare ma sappiamo che condizionare il cane è il peggior errore che possiamo fare nel Mantrailing, ricordate che l'unico strumento per "vedere" le molecole del disperso è il naso del vostro cane.

Possiamo quindi concludere che insegnare la competenza del BackTrail al cane non ci farà perdere tempo prezioso in ricerca ma ci aiuterà a percorrere fedelmente la via del disperso aumentando le probabilità di trovare indizi importanti.

Ricordate che costruire una competenza specialistica come il BackTrail necessita che siate seguiti e aiutati da un istruttore competente, altrimenti se non insegnato con il metodo corretto potrebbe far crollare quello che avete costruito fino a qui.

Buon BackTrail a tutti ;-)

lunedì 30 maggio 2011

Tosse dei canili

Il nome scientifico di tale malattia è "Tracheobronchite infettiva canina" e come dice il nome stesso colpisce esclusivamente il cane, è di natura infettiva (nel caso specifico è dovuta all’associazione di virus, Adenovirus 2 canino (CAV2) e virus parainfluenza (PI), e batteri, Bordetella bronchiseptica), è altamente contagiosa e quindi si trasmette facilmente da animale ad animale e determina un’infezione a carico della trachea e successivamente dei bronchi. È “volgarmente” detta Tosse dei canili perché è tipica di realtà ad alta densità animale, come i canili appunto ma anche le pensioni, i rifugi e le aree verdi dedicate ai cani, in cui il sovraffollamento e la promiscuità sono forti fattori di stress che determinano un abbassamento delle difese immunitarie favorendo la virulentazione degli agenti infettivi scatenanti la malattia.

Può colpire cani di ogni età, ma soprattutto cuccioli o animali debilitati perché hanno un sistema immunitario più debole, e si manifesta con comparsa improvvisa di tosse intensa e forte accompagnata in un secondo momento da espettorato vischioso bianco-giallastro imponente; tale tosse viene esacerbata da stati di eccitazione, esercizio fisico o semplicemente dalla pressione sul collo da parte del collare. A causa dello sforzo della tosse possono manifestarsi episodi di vomito in particolar modo dopo i pasti. A tali sintomi si accompagna anche spossatezza dell’animale, irrequietezza con riduzione dell’appetito e, in caso di mancata attuazione di una terapia medica, sviluppo di una polmonite batterica secondaria.

La terapia medica è abbastanza semplice e risolutiva ma deve essere fatta per 15 giorni (il cane deve essere comunque valutato dal medico veterinario curante prima della sospensione) e prevede: il riposo dell’animale per almeno 7 giorni, evitando sia l’esercizio fisico sia fattori causa di eccitazione, per ridurre al minimo la continua irritazione delle prime vie aeree da parte della tosse; l’impiego di antibiotici per combattere l’infezione batterica, di antinfiammatori per ridurre il fastidio tracheobronchiale responsabile della tosse, di antitussigeni e a volte di espettoranti per accelerare l’evacuazione del muco bronchiale e favorire il processo di guarigione.

Vaccino per la tosse dei canili:
è un vaccino particolare, attivo contro il virus Parainfluenzale e contro la Bordetella Bronchiseptica, 2 dei vari agenti della cossidetta Tosse dei Canili, malattia respiratoria caratterizzata appunto da tosse, ad alta contagiosità, quindi particolarmente esposti i cani che vivono a stretto contatto fra di loro.
E' consigliato pertanto vaccinare i cani che si trovano a dover stare a stretto contatto con molti suoi simili, soprattutto al chiuso. Per precauzione in un gruppo di lavoro e di addestramento tutti i cani devono essere vaccinati.
Questo vaccino non tutela da tutte le tossi esistenti, ma solo quelle causate dai 2 agenti patogeni pocanzi menzionati. Può succedere che un cane vaccinato contragga comunque la tosse dei canili, ma la sintomatologia sarà lieve e di breve durata, pochi giorni, a dispetto invece di un soggetto non vaccinato, che l'avrà in forma grave e cronica, restando malato a volte per mesi.

Controindicazioni del vaccino: si può formare un grosso nodulo indolente, che scompare nel giro di un paio di mesi.

Il Cane Lupo Cecoslovacco

River esemplare femmina del groppo PCi 3 Valli
Il cane lupo cecoslovacco (Československý vlčiak in slovacco, Československý vlčák in ceco) è una razza di cane, generalmente di taglia medio-grande, appartenente al gruppo dei pastori e bovari.

È una razza canina relativamente recente, nata da un esperimento condotto nel 1955 nell'allora Cecoslovacchia. Dopo aver creato una linea di selezione incrociando 48 esemplari di pastore tedesco da lavoro con cinque lupi euroasiatici, il progetto fu quello di creare una razza di ibrido tra cane e lupo che avesse la tempra, la mentalità e l'addestrabilità di un pastore tedesco e la forza, le caratteristiche fisiche e la resistenza di un lupo: in sostanza l'aspetto del lupo e il carattere del cane.

Storia:
Karel Hartl, colonnello dell'esercito cecoslovacco, tentò di far accoppiare una femmina di lupo dei monti Carpazi (Transilvania) - Lupo Eurasiatico (Canis lupus lupus) - con due Pastori tedeschi di colore grigio. Il primo mite, addomesticato e completamente sottomesso; il secondo invece selvatico, nato e cresciuto nei boschi e totalmente indipendente. Il primo tentativo di accoppiamento fallì a causa di una violenta reazione della lupa, che morse il pastore tedesco addomesticato sul collo staccandogli un pezzo di carne grosso quanto un pugno. Già l'anno seguente un secondo tentativo fu però coronato da successo, segnando l'inizio vero e proprio della selezione. Questa volta ad accoppiarsi fu un solo Pastore Tedesco su due: quello selvatico. In seguito, ulteriori accoppiamenti hanno consentito di fissare i caratteri genetici e caratteriali della nuova razza. la percentuale di sangue di lupo si aggira sul 25%-30% nella maggioranza degli esemplari (bisogna pero' ricordare che il cane domestico e il lupo appartengono alla stessa specie, per cui ogni distinzione di questo tipo non regge dal punto di vista strettamente scientifico). Questa razza di recentissima selezione è stata creata allo scopo di ottenere cani sani e resistenti ma facilmente addestrabili, da utilizzare originariamente nella guardia di confine Cecoslovacca. Recentemente si segnalano esemplari di questa razza utilizzati nella Protezione Civile, nel soccorso alpino e per il salvataggio, assieme al (cane) Lupo Italiano, analogo incrocio tra pastore tedesco e lupo appenninico.

Carattere:
River al lavoro
Con il padrone instaura un legame molto forte, fatto di grande fedeltà e rispetto. L'attaccamento al proprietario deriva direttamente dallo spiccato istinto di branco che lo porta a vedere nell'uomo il proprio leader, se quest'ultimo saprà essere un buon leader. Ci vuole molta pazienza e bisogna sapersi imporre con la giusta autorità, (attenzione: autorità, non violenza gratuita) il lupo deve sentirsi sicuro e sapere che il suo padrone è il capobranco altrimenti si rischia (soprattutto negli esemplari maschi) un tentativo di scalata gerarchica, che avviene comunque quando il cucciolo deve capire che ruolo ha nel branco, ma che, se non fermata per tempo, può continuare anche in età adulta con spiacevoli conseguenze.
Il rapporto con i bambini è decisamente buono, se il cane è abituato al contatto con i bambini, tanto che si può ben dire che questa razza è una sintesi ideale tra Pastore Tedesco e lupo: il primo infatti spicca per il senso di attaccamento alla famiglia, il secondo per l'istinto di protezione verso i "cuccioli" del branco. Nel complesso è un canide dal grande temperamento, vivace e molto attivo e che ha bisogno di molto movimento. Tuttavia, essendo una razza ancora giovane, alcuni aspetti del carattere sono fortemente variabili da esemplare a esemplare. La testardaggine, comunque, rimane una nota di fondo presente nella stragrande maggioranza dei casi.

Consigli:
La razza ha una giovane età, e infatti il Cane Lupo Cecoslovacco vanta una selezione dal livello qualitativo molto variabile, soprattutto in Italia. È sempre bene acquistare un soggetto equilibrato, in tipo, e dall'ascendenza nota e assolutamente affidabile e soprattutto che i genitori siano lastrati ed esenti da displasia dell'anca. Prima di acquistare un cucciolo è fortemente consigliabile visitare più volte l'allevamento (o il privato) che avete scelto: ovviamente osservate attentamente la tana dove è avvenuto il parto e valutate gli spazi, la pulizia, l'eventuale presenza del padre, ecc. ecc. Inoltre, anche se la madre con ogni probabilità risulterà innervosita dalla vostra presenza (a causa della presenza della prole), cercate di valutare attentamente il grado di socializzazione e fiducia che i genitori del cucciolo ripongono nella razza umana: non bisogna guardare solamente il rapporto padrone-cane, ma anche e soprattutto il modo di rapportarsi del cane con tutti, estranei compresi. Genitori diffidenti e mal socializzati, infatti, potrebbero facilmente trasmettere questo modo di relazionarsi anche ai cuccioli durante le prime settimane di vita di questi ultimi, con serissime conseguenze future. Valutate, inoltre, il tipo di lavoro che sta compiendo l'allevatore con i cuccioli. È importante che i cuccioli, fin dai primi giorni di vita, imparino a riconoscere l'odore e la presenza dell'Uomo come un qualcosa di naturale e innocuo per loro. Per fare questo, di solito, gli allevatori passano molto tempo a contatto con i cuccioli e la madre: ci giocano, li prendono in braccio e cose del genere. Oltre all'aspetto estetico, dunque, valutate soprattutto il carattere dei genitori. Tutte queste situazioni sono molto importanti nel caso del cane lupo cecoslovacco, in quanto si tratta in ogni caso di un cane che ha ancora in sé molto del temperamento lupino e non è sempre facile la sua educazione, soprattutto in soggetti poco socializzati. Per questo è consigliabile soprattutto a persone esperte, coscienziose che abbiano molto tempo da dedicargli, che sappiano apprezzarne l'indole davvero particolare e tale da differenziarlo da molti cani che conosciamo oggi. Il suo temperamento richiede un'educazione coerente e ferma e che sappia esaltarne le straordinarie caratteristiche. Prima di acquistarne uno non fermarsi solamente al suo aspetto da "vero lupo" ma informarsi il più possibile per sapere sia i pregi che i difetti. È doveroso rendersi conto che si tratta di cani con un forte attaccamento, che può diventare quasi morboso, verso il proprio padrone umano, ossia il "capo branco". Non è facile meritarsi questa qualifica agli occhi del cane; soprattutto i maschi possono essere più dominanti e ben poco docili. Sono molto espressivi visualmente, retaggio della comunicazione nel branco, e attenti al volto umano e alle nostre diverse posture. Da cuccioli possono distruggere qualsiasi cosa capiti loro sotto tiro in casa: diventano fortemente distruttivi quando si annoiano perché iniziano a scaricare la loro noia sugli oggetti più vari. Sono attratti in maniera a volte un po' irruente dai bambini, anche solo se per gioco: sono comunque cani di grossa taglia ed è bene prestare attenzione alle reazioni del cane quando ci sono bambini nei paraggi. Anche nel più tranquillo spicca la natura selvatica, a volte ulula (specie se sono in coppia o più esemplari) e raramente abbaia. Non ascolta il richiamo del padrone come altre razze di cani. Non è impossibile da tenere in appartamento, a patto che riesca ad avere una piena vita sociale e lo si faccia uscire spesso.
Le caratteristiche fisiche del lupo con una mentalità del pastore tedesco lo rendono un buonissimo elemento per la disciplina del Mantrailing.

sabato 28 maggio 2011

Il Pastore Tedesco

Rex, il mio amico
È una razza selezionata a partire dai cani da conduzione del gregge dell’Europa centro settentrionale. E’ stato selezionato inizialmente come cane militare, da polizia; è stato quindi utilizzato anche in compiti diversi: cane guida per ciechi, cane da soccorso, cane sportivo in prove di lavoro e in prove di morfologia, cane da guardia. La sua caratteristica principale è la grande addestrabilità, la duttilità in compiti differenti. E’ il cane più amato dagli italiani, un successo dovuto in parte alla sua reputazione di cane intelligente, fedele, pronto a difendere i compagni umani e la loro casa.

Secondo l’etologo Raymond Coppinger: “Le razze canine sviluppano delle reputazioni, e queste reputazioni influiscono sulle relazioni delle persone con esse… Alcuni centri (di addestramento per cani da guida per non vedenti) persistono nell’allevamento del Pastore Tedesco, spiegano che è perché molti dei loro clienti si sentono più sicuri con un cane da pastore, indicando che il cane non solo li guida, ma li protegge. E’ un’assunzione culturale che i cani da pastore sono più aggressivi verso persone potenzialmente cattive”.Come tutti i cani da conduzione, il Pastore Tedesco ha una elevata attenzione verso l’uomo. E’ molto legato a voi, e questo legame si manifesta anche nel desiderio di farvi piacere. E’ facile da educare e da addestrare con la gentilezza, usando il cibo, il gioco e l’affetto come rinforzo. Il padre della razza, von Stefaniz, lo definisce un cane selezionato per il lavoro. Purtroppo in passato l’addestramento era basato su metodi coercitivi, a volte brutali. L’unico vantaggio di questa dura selezione è la capacità ancora oggi del Pastore Tedesco di sopportare errori nell’addestramento.

Gli americani la definiscono “forgiveness”, tendenza a perdonare. Ha quindi una elevata capacità di sopportare gli stress. Questa caratteristica viene spesso definita “tempra”. Ha un’ottima capacità di concentrazione, è tenace e determinato nel lavoro. Quando ben educato e addestrato è un cane molto affidabile, capace di adattarsi con facilità all’ambiente fisico e sociale in cui vive. Deve però avere un riferimento affettivo e gerarchico valido e costante.

Rex
Il grande successo e la diffusione fanno sì che le caratteristiche tipiche della razza siano maggiormente soggette a variazioni. Nel Pastore Tedesco questo significa soprattutto un certo numero di cani iper-reattivi, facilmente eccitabili e predisposti a soffrire di ansia e stress. L’ansia si manifesta con comportamenti di timidezza e paura, o di aggressività. Questo problema non deve essere confuso con la normale tendenza dei cuccioli ad essere meno confidenti, quasi timidi. Se ben socializzati alle persone, ai cani e all’ambiente diventano degli adulti equilibrati.

Altro problema diffuso nella razza è la tendenza all’aggressività verso gli altri cani. E’ più marcata nel maschio, e si manifesta in genere con la maturità sessuale. La grande taglia di alcuni soggetti e problemi di salute possono inoltre limitare la sua carriera negli sport o l’utilizzo in compiti come la ricerca e il soccorso o l’impiego da parte dell’Esercito e della Polizia. Anche l’attaccamento a una sola persona può essere un limite: molti centri di addestramento per cani guida ciechi oggi preferiscono i Retriever perché soffrono meno i cambiamenti che precedono l’adozione.

Educazione:

Nell’educazione del Pastore Tedesco è importante curare la socializzazione, non solo con altri individui ma con l’ambiente. Il cucciolo deve poter fare esperienza in tutte le situazioni che può incontrare da adulto. Portatelo con voi quando uscite di casa, anche se avete un giardino! Se tende ad essere eccitabile, lavorate agli esercizi di auto-controllo, e rinforzate i comportamenti di calma e di collaborazione. Non nevrotizzatelo con il gioco della pallina! Fate molta attenzione ai comportamenti aggressivi rivolti verso gli altri cani. Fatelo giocare spesso con cani di taglia simile, poco aggressivi e socievoli. Non permettetegli di aggredire altri cani, e di vincere.

Aumentate la sua attenzione verso di voi, e rinforzatelo quando ignora i cani che incontrate a passeggio. Il cucciolo tende a usare molto la bocca, cercate di canalizzare questo comportamento in attività gradite e controllabili. Giocate con un nodo di stoffa, o un salamotto di tela imbottita. Insegnate al cucciolo a lasciare a comando, ma ricordatevi che deve divertirsi: fatelo anche vincere! E’ un cane di grande taglia: insegnategli finché è cucciolo a comportarsi bene al guinzaglio e fuori casa.

Addestramento:

Il Pastore Tedesco è stato addestrato per moltissimi compiti. La selezione oggi a grandi linee è divisa in: cani sportivi per prove di utilità e difesa, cani per competizioni di morfologia (bellezza) e cani da famiglia. Se vi interessa l’addestramento sportivo dovete scegliere un cucciolo da linee di lavoro. Questo non vi garantisce che sarà un buon cane da lavoro.

Il cucciolo avrà comunque più spiccate le attitudini richieste: gioco di predazione, presa a bocca piena, resistenza fisica e psichica, livello di attività medio/alto. Un ottimo Pastore Tedesco da lavoro non da risultati se non ha vicino un ottimo preparatore e conduttore! Oggi si tende a iniziare molto presto l’addestramento. E’ una buona idea se utilizzate metodi gentili, e se non pretendete risultati in tempi brevi. Anche a 7, 8 mesi, quando ha già il fisico di un adulto, è ancora un cucciolo! Dovete costruire sicurezze, non creare confusione e stress. Prima di cercare un cucciolo da addestrare, cercate un addestratore con esperienza e professionalità, e preparatevi a lavorare bene, e lavorare duro, per molto tempo.

Rex nell'ex disciplina di ricerca in superficie
La selezione del Pastore Tedesco si basa su un programma di addestramento per cani da utilità e difesa: SchH, Schutzhund (cane da difesa). Questo programma è diviso in tre livelli di difficoltà crescente. Una prova di SchH prevede esercizi di obbedienza, esercizi di fiuto su pista e esercizi di difesa, con attacchi su un figurante protetto da una manica rivestita di juta.

All’estero il Pastore Tedesco si è distinto anche nelle prove di Ring francese, Mondioring, Campagne (programmi che prevedono obbedienza, salti e attacchi su figurante protetto da un costume imbottito). Il Pastore Tedesco è protagonista anche delle prove di pista, FH. Per accedere al queste prove deve aver conseguito l’SchH1 o la IPO1 (un programma simile all’SchH). Oltre alle prove di difesa e di pista, il Pastore Tedesco può competere anche nelle prove di Obedience e di Agility (dove però è penalizzato dalla presenza di cani più leggeri e veloci).

E’ adatto anche all’addestramento alla ricerca e al soccorso su macerie, su valanga e di superficie. Notevole la sua capacità nel Mantrailing.

giovedì 26 maggio 2011

Compagni di viaggio

Alexa Capra e Daniele Robotti
Un manuale pratico e completo che va oltre l'educazione e l'addestramento: l'obiettivo è costruire un corretto rapporto con il nostro cane, imparando a conoscerlo e a valorizzare la sua personalità attraverso lo sviluppo delle sue competenze fisiche, mentali, emotive e sociali.

L’educazione del cane fino a oggi è stata valutata nella prospettiva della qualità di vita del proprietario. La domanda giusta forse non è: cosa fare perché il cane non tiri al guinzaglio (e fare così felice il proprietario). E’: di quali strumenti ha bisogno il cane per scegliere un diverso comportamento (ed essere così felice di fare una passeggiata al guinzaglio)? Quali sono le cause del suo comportamento? Il cane è emotivamente in grado di fare altro in quella situazione?

La nuova frontiera dell’educazione (dell’addestramento, della riabilitazione), è osservare il mondo dalla prospettiva del cane, dare al cane gli strumenti fisici, mentali, emotivi e sociali non solo per esibire i comportamenti che ci sono graditi, ma per vivere bene. Questo libro si basa interamente su questa nuova filosofia: scegliere un cane in base alle sue reali caratteristiche e personalità, abbattere il muro che ci impedisce di vedere cosa prova, di aiutarlo quando ha bisogno di noi, di impostare la nostra relazione sulla comunicazione e il rispetto.

Nel mio lavoro un aspetto importante è mantenere sempre un approccio sperimentale: anche se una spiegazione o un procedimento funzionano, non basta. Non posso fare a meno di chiedermi se esiste un altra spiegazione, se cambiando quel procedimento, o scegliendone uno differente, il risultato sarà uguale, o se sarà diverso. Potrebbe essere migliore, ed è solo non fermandosi mai alla prima soluzione che è possibile crescere tanto nella teoria quanto nella pratica.
Anche chi ha anni di esperienza può riuscire a osservare il mondo dei cani con la stessa apertura mentale di chi si prepara a un lungo cammino. Un lungo sentiero tortuoso, in compagnia di molti amici a due e quattro zampe.

lunedì 23 maggio 2011

Inizio con il cucciolo aspirante Mantrailing

Nel Mantrailing, come in tutte le dicipline, iniziare la formazione già da cucciolo offre notevoli vantaggi. Qualsiasi cucciolo si divertirà con metodi efficaci abbinati al divertimento.
Io preferisco cominciare con un metodo che ho denominato "sniff-trail-play".
Il metodo è indipendente dalla razza del cane (segugio o non) e dal tipo di premio che si vuole adottare (bocconcino o gioco). Questo metodo, molto semplice, inizia ripetendo le procedure e i comandi che verranno utilizzati per il lavoro e che saranno mantenute durante l'intera vita lavorativa del cane.

Questo metodo offre i seguenti vantaggi fin dall'inizio:
  • Il cane lavora con il conduttore senza richiedere il passaggio da un metodo ad un altro
  • Già da cucciolo si forma la squadra di lavoro ben affiatata (cane-conduttore)
  • Il cane impara ad associare il comando "ODORE" sull'indumento e percorrere il trail fino al Figurante (metodo "annusa-percorri-gioca")
  • Il cane impara che esiste un "interruttore LAVORO" 
  • Il cane impara che se lavora bene trova un gioco divertente e che sarà premiato con cibo e un sacco di lodi
Per iniziare la formazione con questo metodo, è importante trovare un sentiero privo di possibili distrazioni. Il conduttore tiene il cane al piede al guinzaglione e pettorina. Il figurante si avvicina al cucciolo e gli offre l'odore, (la prima volta è concesso annusare la ricompensa). Il figurante si allontana dal cane incitandolo e chiamandolo utilizzando una voce acuta concitata e agitando l'indumento (attenzione allo stress e alla frustrazione). Il conduttore trattiene il cucciolo. Quando il figuante è a circa 10 o 12 metri di distanza dal cucciolo, lascia cadere l'indumento, e continua la fuga dal cucciolo ...ancora chiamando il suo nome, agitando le braccia, e agire eccitato (attenzione a non eccedere). Il figurante esce in linea retta di circa 50 metri inizialmente a vista. A dipendenza della prestazione col tempo si abbasserà l'intensità del richiamo durante l'uscita e si nasconderà dietro qualche albero o ostacolo.

Quando il figurante è in postazione il conduttore lascia dirigersi il cucciolo verso l'indumento e quando passa sopra l'indumento da il comando di base (esempio: "CERCA") utilizzato una sola volta, facendo attenzione di usare un timbro di voce approriato. Non è necessario che il cane si fermi per sentire l'odore dell'indumento e non è necessario che il conduttore porti l'indumento al naso del cane. Il cucciolo continuerà la strada con entusiasmo verso il figurante che lo coccolerà con cibo e gioco. Non lesinare sulla lode a questo punto!
L'imbragatura è da togliere subito a lavoro terminato.

Alcune razze di cani sono più propense per le coccole degli estranei (vedi segugi, Labrador), mentre altre razze potrebbero essere più diffidenti o impaurite (pastore tedesco, Malinois, ...). Se il cane è timoroso verso il figurante non si deve forzare in nessun modo! Sarà il conduttore a fare le feste e giocare. La mia esperienza con il Pastore tedesco mi dice che al cane importa molto di più la soddisfazione che ho io, piuttosto che il premio in bocconcini dati dal figurante (fino a 2 anni non ha mai mangiato dal figurante).

Nelle fasi iniziali della formazione, è positivo praticare frequentemente questi esercizi in successione ma attenzione di non farne più di due al giorno lasciando almeno tre giorni della settimana di non lavoro. Se tutto funziona bene il passo successivo sarebbe quello di costruire percorsi con un angolo di 90°.

Anche se il cucciolo vede l'allontanarsi del figurante, la sua capacità di memorizzare a breve gli impedisce di ricordare dove è andato precisamente, quindi già da subito è costretto a fare affidamento sul suo naso per individuarlo. Quando il cucciolo ha assimilato completamente l'associazione tra "indumento-comando-percorso-figurante-premio", allora si può avanzare in esercizi dove non viene visto uscire il figurante.

Da questo punto è possibile avanzare in esercizi di difficoltà crescente, sia in lunghezza che in tempo trascorso della traccia, tenendo presente che:
  • La formazione deve sempre essere divertente per il cane.
  • La formazione deve sempre finire con una nota di successo.
  • La ripetizione è la chiave del successo, utilizzare la stessa procedura esatta ogni volta.
Il comando di partenza è dato sempre una sola volta, all'inizio del trail quando il cane è sopra l'indumento.

La formazione di un cane Mantrailing è un lungo processo continuo. Se lavoriamo bene già dall'inizio avremo un cane Mantrailing completamente autonomo che non necessita di interventi correttivi da parte nostra.

Questi consigli sono per un cucciolo all'istruzione iniziale. Buon lavoro e felici "trails".

sabato 21 maggio 2011

Segugio del Giura

Nazionalità : Svizzera
Origine cane segugio del giura tipo bruno: Le origini di questa razza sono molto antiche. Era già presente ai tempi dell'Elvezia Romana. Fu portato in Europa grazie ai Fenici. Questo è l'unico Segugio Svizzero ancora diffuso.

Descrizione razza:
segugio del giura tipo bruno: è un segugio di taglia media, la sua altezza è compresa fra i 45 e i 50cm e pesa tra i 18 e i 25kg. La testa è stretta ed asciutta ma ben proporzionata al resto del corpo. Il tartufo è interamente nero, ben sviluppato con le narici ben aperte. Lo stop è marcato senza esagerare. Le labbra sono poco sviluppate e ricoprono appena la mascella inferiore. Le mascelle sono solide con una dentatura robusta. Gli occhi sono di colore bruno, la gradazione varia a seconda del colore del mantello, sono leggermenti ovali, di grandezza media e danno al cane un'espressione dolce. Le orecchie sono grandi e lunghe ed attaccate basse. Pendono accartocciate e sono arrotolate in punta. Il garrese è leggermente marcato. Il torace è più profondo che largo e ben disceso. La coda non è troppo lunga, è portata orizzontalmente o leggermente incurvata verso l'alto o verso il basso. La sua pelle è sottile, flessibile e tesa. Il pelo è corto, liscio e fitto, molto fine su testa ed orecchie, è di colore bruno, con una sella, focature sugli occhi, guance e parti inferiori del corpo di colore nero.

Carattere segugio del giura tipo bruno: 
Possiedono un carattere non molto espansivo ma vivace, è dolce, adatto da lasciare con i bambini, ha bisogno di spazio per muoversi.

Utilizzo del cane: 
utilizzato per la caccia di selvaggina soprattutto della lepre, è dotato di un fiuto finissimo e si riesce a muovore anche in terreni impervi.

È un ottimo cane per il Mantrailing grazie anche alle lunghe orecchie che convogliano le cellule verso il naso.

sabato 14 maggio 2011

Steroidi

Con il termine steroide si identifica qualsiasi lipide con quattro anelli di carbonio fusi [policicloalifatici, A, B, C, D] per un totale di 17 atomi di carbonio ciclici, collegati spesso a una coda alchilica; sono steroidi il colesterolo, gli ormoni sessuali (es. testosterone, diidrotestosterone, estradiolo, progesterone), e gli ormoni corticosurrenali (ad es., cortisolo, androsterone). Gli steroidi sono biosintetizzati attraverso la via metabolica dell'acido mevalonico.
Caratteristica comune è la presenza dei quattro anelli di carbonio, 3 cicli a sei atomi [A,B,C] e 1 ciclo [D] a cinque atomi in disposizione analoga al ciclopentanoperidrofenantrene.
I diversi steroidi si differenziano per la presenza o l'assenza degli atomi di carbonio identificati dai numeri da 18 in su, e per i gruppi funzionali presenti sul resto della struttura.
Sono noti centinaia di steroidi diversi, isolati da specie animali e vegetali. Il loro ruolo più importante nei sistemi viventi è quello di fungere da ormoni. Nella fisiologia e nella medicina umana, i più importanti steroidi sono il colesterolo e gli ormoni steroidei, nonché i loro precursori e metaboliti.
Gli ormoni steroidei presenti nel plasma sono quasi completamente legati a proteine che ne inibiscono l'azione biologica; stando alle conoscenze attuali solo la frazione libera esercita effetti biologici, entrando nel nucleo cellulare e legandosi a fattori di trascrizione nucleari che stimolano o inibiscono l'espressione genica a seconda dei geni coinvolti.
È da sottolineare che la parola "steroide" si riferisce soltanto alla struttura chimica, e non alle funzioni biologiche. Infatti, ad esempio, il testosterone migliora l'azione dell'insulina, il cortisolo la inibisce; allo stesso modo, il testosterone stimola la sintesi di massa ossea e muscolare, mentre il cortisolo la degrada.
Il colesterolo è un importante alcol steroideo (uno sterolo), essendo un comune componente delle membrane delle cellule animali. Da esso l'organismo produce un'ampia serie di altri steroidi, tra cui gli ormoni sessuali dei vertebrati.

Gli steroidi anabolizzanti, come il testosterone, sono tra i più comuni farmaci usati dagli atleti al giorno d'oggi per aumentare le prestazioni. Gli steroidi anabolizzanti hanno due funzioni principali.
Primo, sono androgeni cioè sono responsabili della comparsa delle caratteristiche maschili. Infatti, prima della nascita, il testosterone dirige la formazione delle caratteristiche maschili nell'embrione in crescita, poi nella pubertà un aumento del livello di testosterone dirige i cambiamenti nel corpo del ragazzo che diventa uomo.
Secondo, gli steroidi sono anabolizzanti, cioè regolano i processi anabolici (di costruzione) come la sintesi di proteine nel muscolo, la formazione di cellule del sangue e gli aspetti emozionali e fisici della funzione sessuale.

L'azione del Testosterone
Il testosterone è prodotto naturalmente dai testicoli, entra nel flusso sanguigno e agisce sulle cellule in tutto il corpo. La maggior parte del testosterone viene trasportato all'interno di proteine trasportatrici come la Siero Albumina e la globulina che lega gli ormoni sessuali. Questi trasportatori rilasciano lentamente il testosterone che attraversa le membrane cellulari ed entra nelle cellule. Una volta all'interno, un enzima spesso lo converte in una forma ancora più attiva, il 5-alfa-diidrotestosterone (mostrato qui in alto). Poi entra nel nucleo dove si lega al recettore degli androgeni e cambia l'espressione di un grande numero di geni, innescando così molte funzioni anaboliche e androgeniche.

venerdì 13 maggio 2011

L'odore del corpo umano

Molti animali utilizzano la comunicazione chimica o ferormoni per comunicare.
Essi possono lasciare il loro odore per marcare il territorio o attrarre i compagni per l'accoppiamento. Essi utilizzano spesso l'olfatto per trovare prede e identificare gli altri animali. Gli animali spesso usano la comunicazione chimica per marcare un territorio delimitandone i propri confini. Partono i feromoni, sostanze chimiche indispensabili per la comunicazione sessuale.

L'odore individuale del corpo umano
Gi odori in modo particolare si generano in determinate parti del corpo quali il cuoio capelluto, le ascelle, le zone intime, le estremità (mani e piedi). L’odore corporeo infatti è collegato alla presenza di determinate ghiandole che secernono le sostanze a cui esso è dovuto. Queste ghiandole sono: sebacee, sudoripare, apocrife. Le prime sono particolarmente abbondanti nel cuoio capelluto, sul viso e sul petto; le seconde sono diffuse ovunque ma molto attive nel palmo della mano e nella pianta dei piedi; le terze si trovano concentrate nelle zone sessuali quali le ascelle, il seno, le zone inguinali e perianali.

Ognuna di queste ghiandole produce una propria secrezione, chimicamente definita. Il sebo, prodotto dalle sebacee, è costituito da una miscela di grassi; il sudore, generato dalle sudoripare, è una soluzione salina ed infine, il sudore apocrino è rappresentato da un’emulsione di grasso in acqua.
La funzione del sebo era quella di lubrificare, in un tempo remoto, la nostra “pelliccia”; ora si limita a lubrificare i capelli. Il sudore ha il compito di regolare la temperatura corporea e di espellere “rifiuti” come urea, acido urico, ammoniaca. Il sudore apocrino non è altro di ciò che ci resta del richiamo sessuale, ancora deltutto evidente negli animali. L’odore naturale del corpo deriva dalla miscelazione di queste tre sostanze. Appena emesse dal corpo, sebo e sudore non hanno odore mentre è solo minimamente percettibile quello del sudore apocrino. La presenza di una vasta flora microbica, la temperatura e l’umidità elevata di certe zone (ascelle, inguine, piedi), favoriscono l’elaborazione di queste secrezioni da parte dei batteri, che le trovano un ottimo terreno di coltura e di moltiplicazione. È dunque il metabolismo microbico che porta alla formazione delle sostanze volatili odoranti.

Batteri
FIN DALLA NASCITA LA NOSTRA PELLE VIENE COLONIZZATA DA MILIONI DI MICRORGANISMI, PER LO PIÙ BATTERI E LIEVITI.
Come noto i batteri vengono divisi in due categorie: GRAM-positivi e GRAM-negativi, sulla pelle albergano soprattutto i GRAM-positivi.
Tranne il caso dello stafilococco aureo i batteri sono tutti non patogeni. In sostanza si tratta di una flora servizievole che, in cambio della protezione che ci offre, si limita a nutrirsi di quanto il nostro corpo secerne; di conseguenza questi batteri hanno la proprietà di lasciare quegli “avanzi” odoranti dopo i loro banchetti. Ogni essere vivente  convive con un continuo ciclo di morte e nascita delle proprie cellule. In ogni secondo nel corpo umano muoiono quasi 50 milioni di cellule e la maggior parte si disperdono nell'ambiente, si calcola che circa 40.000 particelle al minuto vengono rilasciate nell'ambiente. La pelle è la dimora naturale di molti parassiti, funghi e batteri he costantemente mangiano e digeriscono quelle cellule morte da noi espulse, il sudore e le nostre secrezioni cutanee come il sebo ed grassi. Il miscuglio di vapori e gas formatosi durante questo processo di degenerazione della nostra pelle, grazie all'azione batterica, genera il nostro odore naturale individuale unico e distinguibile da qualsiasi altro odore. L'odore però non ha sempre la stessa intensità, poiché i batteri non sempre si riproducono nella stessa velocità a causa dalla temperatura, dall'umidità e dalla pressione dell'aria.
In condizioni ideali l'odore si sviluppa rapidamente e svanisce solo lentamente.
In condizioni climatiche sfavorevoli i batteri lavorano lentamente e di conseguenza generano meno odore.
Il cane Mantrailer riesce a memorizzare questa complessità di dati, elaborarli ed associarli ad un unico odore rappresentante l'individuo che dovrà poi trovare seguendo la scia di particelle discriminandole da tutto il resto.