lunedì 27 febbraio 2012

La consultazione osteopatica

Svolgimento pratico, informazione per il detentore
Dr. Med. Vet. Davide Lafranchi, Osteopatia IMAOV,GGTM

Il vostro animale sta per beneficiare di una consultazione osteopatica, se si tratta della prima volta vi porrete degli interrogativi. In effetti l’approccio del medico osteopata può differire dalla metodologia classica alla quale siete abituati.

Cerchiamo quindi di spiegare alcuni concetti basilari:

Cosa cerchiamo?

Le disfunzioni osteopatiche. 
In pratica la perdita di mobilitàfra le varie strutture articolari, causate da contratture muscolari superficiali o profonde.

Fondamentalmente il sistema nervoso può essere diviso in due:

  • Sistema nervoso volontario che noi attiviamo ad esempio per afferrare un oggetto o per muoverci 
  • Sistema nervoso autonomo (SNA) che determina il movimento degli organi ( cuore, intestino, e tutti visceri) e determina il tono muscolare. Il tono muscolare ci permette cosi di valutare l’attività del SNA e di interferire in modo da correggere determinate disfunzioni usando ad esempio dei punti riflessi. 

È importante distinguere fra lesioni nel senso medico stretto dove esiste un danno lesionale, cioè l’integrità dell’organo è modificata, e le lesioni osteopatiche classiche che sono unicamente funzionali, cioè il funzionamento dell’organo è ridotto.

Ad esempio riduzione della mobilità articolare a livello vertebrale:
in pratica non si tratta di una vertebra “spostata o lussata” ma unicamente di un blocco a livello delle piccole articolazioni intervertebrali che è accompagnato da una contrattura dei muscoli paravertebrali, in un meccanismo di autodifesa. In pratica la contrattura muscolare impedisce che le vertebre si “spostino” oltre uscendo dalla corretta sede anatomica. La contrattura è accompagnata dai classici sintomi infiammatori, quali dolore e perdita di mobilità.

Nel caso ad esempio di un cane anziano affetto da osteocondrosi alla schiena, ci troveremo confrontati a lesioni di tipo funzionale e lesionale , la terapia osteopatica dovrà quindi essere affiancata da altri provvedimenti quali la fisioterapia e l’integrazione farmacologica. È molto importante quindi che il medico osteopata sia correttamente informato durante l’anamnesi delle indagini diagnostiche già effettuate e delle terapie attuate.

Come trovare una disfunzione?
  1. Con la palpazione classica: Permette di determinare un certo numero di contratture. Modifiche a livello fasciale( dolore, edema, spasmo), contratture muscolari attorno alle vertebre in disfunzione con restrizione della mobilità. Devono essere lette in tutto il contesto clinico per non cadere in errore e domandano una buona esperienza clinica. 
  2. Con la palpazione propiocettiva: Ci permette di percepire il movimento respiratorio primario (MRP). Questo movimento scoperto da un medico americano il Dr. Sutherland è uno dei fondamenti della tecnica osteopatica. Questo movimento (MRP) prende forma nel cervello ed è dovuto alla contrazione delle cellule gliali (cellule nervose) con un ritmo di circa quindici movimenti al minuto. Il movimento ingloba il liquido cefalorachidiano generando un onda (flusso e riflusso) che progressivamente ingloberà tutti i tessuti a causa delle connessioni anatomiche e sarà quindi percettibile in ogni punto dell’organismo. Questa onda misurata a livello del cranio umano ha un amplitudine di quindici micron! Non è quindi visibile all’occhio nudo ma unicamente percettibile al tatto indicandoci le disfunzioni osteopatiche con precisione. 

Perché le disfunzioni trovate sono importanti? 
  • Quando ci troviamo confrontati ad una lesione vertebrale o ad un dolore muscolare con zoppia è evidente che rimossa la contrattura il paziente starà subito meglio. 
  • Meno facile da capire è che le stesse contratture possono generare altri sintomi in altri organi o muscoli più distanti a causa delle relazioni anatomiche e nervose. Quindi una stretta relazione tra disfunzione osteopatica- contrattura muscolare- funzionalità organo viscerale- Ad esempio in caso di vomito cronico dovuto ad un blocco del segmento dorsale corrispondente. Dopo la manipolazione sparirà sia il dolore alla schiena , la contrattura muscolare e il vomito (vomito che era causato da ipermotricità gastrica secondaria a disfunzione vetebrale). 

Come si correggono-risolvono le disfunzioni osteopatiche?
- È importante trattare tutte le disfunzioni (concetto globale di terapia) e non solo il problema all’origine della consultazione. Ad esempio un cane che mostra una zoppia acuta anteriore destra dovuta ad una contrattura muscolare potrebbe avere un blocco cronico al bacino o alla zona lombare dovuto ad esempio ad un vecchio trauma. Con il tempo il soggetto ha cercato di compensare il problema posteriore sbilanciando il baricentro in avanti. Questo ha causato un sovraccarico della muscolatura degli arti anteriori poi sfociata in una zoppia.

Tecniche osteopatiche:

  1. La tecnica strutturale o Trust: corrisponde alla classica manipolazione con il caratteristico rumore, “fare criccare le vertebre”. È la più spettacolare ma necessita di animali cooperativi, è controindicata in caso di ernie discali, osteoporosi, tumori ossei o in presenza di lesioni gravi. 
  2. La tecnica miofasciale: basata sul fatto che dopo una contrattura o lesione acuta, il tessuto muscolare presenta un periodo refrattario dove si lascia “stirare” facilmente. Nel caso di lesioni croniche saranno necessari più trattamenti per riportare il muscolo al suo tono e alla sua funzione normale. Questo è dovuto ad una “memoria cellulare del trauma” che fa si che il muscolo lesionato tenda a contrarsi di nuovo. Questa tecnica può essere dolorosa per il vostro animale specialmente nel caso di lesioni muscolari profonde, ma ha il vantaggio di migliorarne notevolmente la mobilità ed il confort. 
  3. La tecnica dei punti o zone riflesse: sfrutta i punti di agopuntura (medicina tradizionale cinese) per stimolare la funzionalità di determinati organi o il riequilibrio energetico globale. 
  4. La tecnica propiocettiva o funzionale: basata sul principio del MRP, è una tecnica dolce non dolorosa che si adatta bene anche nel caso di animali non molto cooperativi o paurosi. Contrariamente al trust questa tecnica può essere utilizzata anche nei casi più gravi quali discopatie con deficit neurologici e algia, in abbinamento alla terapia farmacologica. 
La scelta ?
Non esistono regole precise. Il vostro osteopata saprà usare la tecnica più appropriata a dipendenza del soggetto , dell’anamnesi clinica e della propria formazione.

Come comportarsi dopo la consultazione/ trattamento osteopatico? 

Possiamo dividere a grandi linee la consultazione in due momenti distinti: la diagnosi e percezione del MRP e la terapia con le varie tecniche descritte. Generalmente l’animale durante il trattamento si rilassa , sbadiglia, socchiude gli occhi. Ciò è dovuto al rilassamento muscolare che segue il ripristino della mobilità fisiologica.

A questa prima fase seguirà una seconda fase di 2-3 giorni di riassetto globale. A dipendenza delle reazioni individuali del sistema nervoso autonomo ogni soggetto reagirà in modo diverso.
  • Nessun peggioramento 
  • Miglioramento significativo ma che dura solo pochi giorni 
  • Peggioramento dei sintomi clinici, di regola di breve durata 
  • Apparizione di sintomi diversi, apparentemente non in relazione alla patologia di partenza. Si tratta di “lesioni di compensazione” in precedenza allo stato subclinico, e che dopo la risoluzione della disfunzione primaria vengono in superficie. Ad esempio edemi locali agli arti, scariche di diarrea, episodi di tosse. Di regola sono di breve durata e si risolvono spontaneamente senza trattamenti particolari. ( Reazioni del sistema nervoso simpatico/parasimpatico). 
Nel caso queste” lesioni compensatorie” non dovessero migliorare nell’arco di 24 ore è consigliabile contattare il proprio veterinario per verificare l’eventuale necessità di cure farmacologiche. Ad esempio un cavallo con una zoppia mista cronica anteriore, dopo il trattamento potrebbe sviluppare una tendinite acuta (vecchio sintomo riattivato) che deve essere trattata adeguatamente.

Il risultato definitivo si osserva circa 15 giorni dopo la seduta di osteopatia, a quel momento si può stabilire:
  • La percentuale di remissione, scomparsa dei sintomi ? si/no? 
  • Le modifiche comportamentali, sono molto importanti e spesso precedono la scomparsa definitiva dei sintomi. Ad esempio un cane con rigidità alla schiena e zoppia ai primi passi, restio al movimento…darà l’impressione di essere di nuovo attivo, avrà di nuovo piacere alla passeggiata, si stirerà, si rotolerà sulla schiena …dandoci delle utili indicazioni sul suo migliorato stato di salute. 
È difficile dare una prognosi definitiva al momento della prima consultazione, i risultati dipendono dal tipo di lesione, (acuta o cronica, funzionale o lesionale), da eventuali patologie associate, dalla reazione individuale dell’organismo. Personalmente consiglio nei casi acuti 2 sedute a distanza di 2 settimane, nei casi cronici 3 sedute a distanza di 1 mese, poi distanziare a 2 mesi. A livello preventivo 2-3 controlli annuali.

Consigli per i giorni che seguono la terapia osteopatica Il trattamento influenzerà la postura e lo schema propiocettivo del vostro animale, per questo si consigliano da 2 a 3 giorni di riposo. Per i cani niente lavoro o attività sportive specifiche ma unicamente brevi passeggiate. Per i cavalli che sono molto sensibili ad ogni cambiamento delle loro abitudini di vita, il lavoro sarà sostituito da brevi passeggiate a mano. Gli animali saranno molto più tranquilli se non confinati nei loro box o kennel. La ripresa del lavoro deve essere progressiva e definita di volta in volta in modo individuale.

Cavalli: nei primi 15 giorni lavoro al suolo, longe e ripresa progressiva del lavoro abituale cercando di non forzare per ottenere i movimenti desiderati (pericolo di rinforzare le contratture). Al contrario lavorare piuttosto i movimenti inversi per raccorciare il muscolo contratto e diminuire il riflesso di tensione.

Cani: Nel caso di trattamenti preventivi o di disfunzioni senza dolore, l’animale potrà riprendere la sua normale attività dopo 2-3 giorni. Nel caso di patologie dolorose e in presenza di deficit neurologici, il soggetto dovrà osservare un programma di recupero specifico. È controindicato il movimento libero in grandi spazi (giardini, parco, bosco..) almeno fino al controllo successivo.

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